DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE

Alla morte di una persona (De Cujus) si pone il problema di definire a chi e come saranno destinati i beni; a questa semplice domanda risponde il diritto successorio o testamentario. A tale diritto poi si interseca il diritto tributario; in sostanza il primo regola i rapporti tra beni e tutti gli interessati che sono anche i creditori del de cujus ed il secondo si occupa di normare le imposte.

È necessario precisare che in Italia le tasse di successione sono tra le più basse del mondo occidentale e che il diritto si base sul principio che i beni di una persona devono rimanere al familiare più prossimo, ovvero la quota di eredità è   proporzionale alla relazione di parentela; in sostanza il patrimonio della persona non deve disperdersi. Quindi in sostanza l’eredità va in primis ai parenti più vicini (figli e coniuge) e poi in assenza di questi sono coinvolti altri attori. Si ricorda che al De Cujus è lasciata sempre la facoltà, tramite testamento, di destinare il proprio patrimonio a chi vuole; tuttavia per il principio di cui sopra questo diritto è limitato, nel senso che non può disporre che l’intero patrimonio possa andare a terzi o ad un unico figlio; infatti la legge a secondo del grado di parentela definisce una quota (denominata legittima) che prescinde dalla volontà del testatore.

CHE COS’È LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE

La dichiarazione di successione è quindi un adempimento obbligatorio che gli eredi ed altri soggetti indicati nel diritto ereditario sono tenuti a fare quando una persona, con un patrimonio che supera una certa soglia, muore. La dichiarazione di successione va presentata anche da soggetti non residenti in Italia. La dichiarazione di successione per lo stato ha due obiettivi importantissimi: individuare i soggetti al quale far pagare le tasse; assicurarsi la continuità nella gestione dei beni e quindi anche le responsabilità che ne derivano

 

12 MOTIVI

PER SCEGLIERE NOI

  • Ci occupiamo di gestire per conto del cliente anche quelle incombenze che spesso rappresentano un peso ed una grave perdita di tempo
  • Simuliamo il costo delle tasse prima della presentazione e del relativo addebito
  • Nel caso di difficoltà nel pagamento delle imposte provvediamo a presentare la domanda di rateizzazione
  • Nel caso in cui ci siano più eredi ed ognuno volesse pagare la propria quota provvediamo ad incassare e a pagare noi per loro conto
  • Elaboriamo la successione entro 48-72 ore dalla reale disponibilità dei documenti
  • Aiutiamo il cliente nel caso fosse necessario a trovare la documentazione necessaria per l’elaborazione e da conservare in caso di contestazione
  • Solleviamo il cliente da complicate procedure 
  • Presentiamo una regolare fattura per giustificare eventuali costi sostenuti agli altri eredi
  • Aiutiamo delle volte a dipanare alcune controversie 
  • In caso di errori anche nostri provvediamo alla relativa correzione senza alcun addebito
  • Nel caso, per nostri errori, dovessero essere comminate delle sanzioni provvediamo a pagarle
  • Raccogliamo tutta la documentazione e la mettiamo a disposizione degli eredi in formato digitale con data certa
CHI PRESENTA LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE

Le modalità di presentazione consentite sono diverse:

a) presentazione tramite un intermediario abilitato come noi o un professionista, tra cui il notaio

b) attraverso l’applicazione messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate nella propria area personale

Entrambe le soluzioni tuttavia prevedono una trasmissione telematica e, solo in casi particolari, come quello dei residenti all’estero, è consentito il deposito anche in forma cartacea

 

QUANTO COSTA PRESENTARE LA DICHIARAZIONE DI SUCCCESIONE

I costi dipendono da una molteplicità di fattori che non possono essere dettagliatamente analizzati in questa pagina; ma possiamo tuttavia dare delle indicazioni di massima. I costi da affrontare sono essenzialmente tre

  • Le tasse che ovviamente variano in funzione di diversi fattori (valore dell’asset ereditario, tipologia di bene, grado di parentela con il de cujus; eventuali debiti e la natura dei debiti, ecc) ; è quindi impossibile prevederne l’importo senza la conoscenza di tali parametri; inoltre le tasse non sono sempre dovute
  1. Le spese da sostenere per predisporre la dichiarazione, ad esempio le spese per produrre i certificati, per trovare gli eredi ed i beni se non conosciuti, accertamenti diversi ad esempio la destinazione d’uso di un terreno che ovviamente alza il valore stesso dell’immobile;  si tratta ovviamente di costi che non necessariamente devono essere sostenuti, anzi nella maggioranza dei casi non sono necessari ad eccezione dell’Atto Notorio che però rivolgendosi ad funzionario comunale ha costi irrisori, peraltro necessario solo in caso di presenza di asset finanziari
  2. I costi per l’attività di consulenza prestata da professionisti .È evidente che rivolgendosi a commercialisti, notai, avvocati ecc. i costi decisamente  sono più alti di quelli che si sostengono rivolgendosi ad organizzazioni come la nostra che partono da un costo veramente popolare 

DEVO PAGARE LE TASSE SULL’IMMOBILE IN EREDITA’ OVE VIVO

L’erede che vi risiede o che vi porta la residenza entro 18 mesi, deve pagare solo le imposte fisse più le imposte catastali ed altri tributi di importo molto contenuto (ma che cambiano in relazione alla conservatoria di competenza). Nel complesso la cifra si aggira intorno ai € 600,00; gli altri eredi per quanto concerne tale immobile non pagano a prescindere dalle quote a loro assegnate.
Questa soluzione è percorribile a patto che:

  • non possegga un altro immobile nel medesimo comune di cui ha ricevuto l’agevolazione “prima casa”;
  • rivenda l’immobile entro 5 anni e non provveda ad acquistarne un altro; e vi ci si stabilisce la residenza entro 12 mesi
PER IL CALCOLO DELLE IMPOSTE CONTANO ANCHE I DEBITI

In linea generale le tasse vanno pagate sul base del patrimonio netto che si trasferisce agli eredi; quindi nella dichiarazione di successione possono essere indicati i debiti del De Cujus che vanno ad abbattere il patrimonio; tuttavia non tutti i debiti possono essere considerati. Rientrano tra i debiti: le cartelle esattoriali al netto delle sanzioni, quanto dovuto al coniuge per effetto della separazione; debiti bancari, spese funebri, spese mediche

CHI DEVE FARE LE PRATICHE DI SUCCESSIONE

La dichiarazione va presentata da uno dei seguenti soggetti:

  • gli eredi (i figli ed il coniuge, i genitori; fratelli e sorelle, ed in genere in assenza di eredi diretti  parenti fino al 6° grado ;
  • i curatori o gli amministratori di eredità (generalmente sono nominati dai tribunali)
  • gli esecutori testamentari (ovvero la persona indicata dal testatore nel testamento come l’esecutore del testamento
  • i legatari (ovvero coloro che non essendo eredi sono nominati nel testamento come destinatari di un diritto o di un bene;

Ovviamente fatto salvo quanto previsto in un eventuale testamento; la distribuzione dell’eredità segue delle norme molto rigide (e piuttosto complicate) sia in termini di chi è effettivamente chiamato sia in termini di quote attribuibili.

Si ricorda che già da diversi anni sono considerati eredi legittimi anche i figli fuori dal matrimonio.

 

DEVO RIVOLGERMI AD UN NOTAIO PER FARE LA SUCCESSIONE

Non è necessario, anzi nella stragrande maggioranza delle volte rappresenta una spesa aggiuntiva non giustificata. Tuttavia in determinati casi è altamente consigliabile rivolgersi ad un notaio; soprattutto quando si tratta di situazione di particolare complessità o ove ci sono dei conflitti tra eredi magari derivanti anche da vecchi rancori personali; in questi casi c’è il rischio che la successione possa essere impugnata da parte di qualche erede ; pertanto rivolgersi ad un notaio non da alcuna garanzia che questo non possa accadere ma riduce notevolmente i rischi

COSA SUCCEDE SE NON SI FA LA PRATICA DI SUCCESSIONE

Sul piano fiscale si è soggetti ad una sanzione che viene comminata a tutti gli eredi in quanto per lo stato gli eredi sono responsabili in solido; qualora entro 5 anni dall’apertura della successione la sanzione non fosse comminata decadrebbero i termini per applicare la sanzione, ma non decade l’obbligo dell’adempimento e dal pagamento delle imposte se dovute.

Tuttavia, in certi casi la successione è una via obbligata: ad esempio vendere il bene ereditato non sarebbe possibile; in questi casi è il notaio stesso che provvede, ma con conseguente incremento dei costi notarili e non di poco; perchè in questi casi il notaio si troverebbe in una situazione di “forza” sul piano commerciale: chi infatti al momento del rogito andrebbe da un altro soggetto a fare la successione per poi tornare dal medesimo notaio? Pertanto sarà il notaio che farà il prezzo.  Un altro classico problema è data dalla disponibilità di liquidi su conti correnti da parte del De Cujus, infatti, sebbene non sia un obbligo, difficilmente potrebbero essere ritirati senza che sia stata presentata la successione.

IL PAGAMENTO DELLE IMPOSTE QUANDO E COME PUO’ AVVENIRE

In questo caso bisogna distinguere due situazioni:

a) c’è un testamento; la dichiarazione è esaminata dall’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, il quale provvede ad inviare al dichiarante gli importi da versare

b) senza testamento; in tal caso bisognerebbe versare le imposte contestualmente con il deposito della dichiarazione; successivamente l’AE provvederà ad inviare un certificato di conformità oppure avvia una procedura di accertamento ed in tal caso gli eredi sono chiamati a motivare eventuali discordanze o a pagare la differenza rilevata

Qualora non si disponga dei soldi per pagare attualmente non si può presentare la successione; bisogna solo aspettare l’accertamento; quando si riceve la cartella dell’Agenzia delle Entrate (se arriva)  allora si può fare richiesta di rateizzare l’importo pagando un acconto del 20% entro 60 giorni ed il resto in 8 rate trimestrali (12 per importi oltre i € 20.000,00); tuttavia non è ammessa la rateizzazione per importi inferiori a € 1.000,00.

Con la riforma del 2024 a decorrere dal 2025

a) il pagamento va effettuato entro 90 giorni dal deposito della successione

b)  gli eredi possono richiedere in banca lo sblocco delle somme eventualmente depositate dal de cujus per pagare le imposte di bollo e catastali se l’erede ha almeno 26 anni e che nell’asset ereditario ci sia almeno un immobile

COSA SUCCEDE SE NON SI HANNO I SOLDI PER PAGARE LA SUCCESSIONE O NON TUTTI GLI EREDI SONO IN GRADO DI POTER PAGARE

Nel caso invece ci fossero degli eredi che non vogliano o non siano in grado di sostenere le imposte; si pone un problema non di facile risoluzione in quanto lo stato vede gli eredi come un “unico soggetto passivo dell’imposta” e quindi è del tutto disinteressato su  chi paga; in sostanza allo stato interessa solo incassare e pertanto o gli altri eredi si fanno carico di pagare oppure l’Agenzia delle Entrate chiederà il relativo pagamento a tutti indistintamente e non pro-quota ; purtroppo gli eredi sono responsabili in solito per il pagamento delle imposte.

Ovviamente gli eredi che assolvono al pagamento delle imposte possono tentare di recuperare le somme pagate per conto degli altri; ma questo presuppone un accordo fra le parti ad esempio al momento della vendita;  in caso di somme importanti e rapporti difficili è bene procedere con cautela anche tramite notai e/o avvocati

COSA SUCCEDE SE VOGLIO VENDERE UN IMMOBILE MA NON HO FATTO LA SUCCESSIONE O NON HO PAGATO LA SUCCESSIONE

Teoricamente non sarebbe possibile, perchè il bene senza successione non diventa formalmente di proprietà degli eredi; tuttavia il problema è facilmente si risolvibile: ci pensa il notaio che effettua la compravendita; questi provvederà a presentare in conservatoria la successione e subito dopo l’atto di compravendita; ovviamente la parte venditrice dell’immobile riceverà un importo “spogliato” degli oneri fiscali della successione, nonchè delle spese notarili ed un altro adempimento denominato Accettazione Tacita dell’eredità. Ovviamente il costo della successione sarà molto più elevato ad esempio se ci si rivolgesse ad uno studio come il nostro ma a quel punto per avere certezza che il bene sia correttamente trascritto agli eredi  bisogna aver versato le tasse ( esempio chiedendo un acconto alla parte acquirente)

TERMINE PER LA DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE

12 mesi dalla data di apertura della successione che generalmente corrisponde alla data di morte del Cujus; ovvero 12 mesi dalla data nella quale si è venuto a conoscenza del decesso.

DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE EDITABILE

Con l’introduzione della dichiarazione di successione telematica, la versione editabile non ha più senso e ragione di esistere.

DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE CORRETTIVA ED INTEGRATIVA

È sempre possibile procedere ad una correzione dell’eventuale dichiarazione presentata: ovvero è possibile andare a correggere degli errori eventualmente commessi o ad integrare la dichiarazione con ulteriori informazioni (ad esempio si è dimenticati di inserire un bene che è emerso solo successivamente).

MODELLO DI DICHIARAZIONE DI SUCCESSIONE

Con l’introduzione della dichiarazione di successione telematica, di fatto il modulo non ha più senso; tuttavia può essere utile prenderne visione per capire quali informazioni devono essere inserite (scarica modello).

ATTESTAZIONE DI AVVENUTA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE

L’attestazione viene inviata direttamente al dichiarante sul proprio cassetto fiscale; mentre il pagamento delle imposte è effettuato direttamente con addebito in conto del dichiarante. Se ci si rivolge ad un intermediario come noi, provvediamo noi a rilasciare la ricevuta

DOCUMENTI DA ALLEGARE

Nella dichiarazione di successione vanno allegati pochi documenti:

  • Certificato di morte (che possiamo fare noi)
  • Documenti e codici fiscale degli eredi nonché della relazione di parentela
  • Certificato di sussistenza del credito ( certificazione rilasciata dagli istituti finanziari nella quale dichiarano il patrimonio a disposizione del de Cujus)
  • Documento e codice fiscale del dichiarante ( o colui che pagherà per lui o per conto degli eredi)
  • IBAN del dichiarante
  • Atto notorio autenticato da parte del dichiarante o di uno degli eredi nella quale si dichiara di fronte a testimoni non parenti e disinteressati alla cosa chi sono gli eredi e la presenza o meno di un testamento (l’autentica si ottiene presso un pubblico ufficiale come il Sindaco o un suo delegato; presso i municipi è sempre presente un funzionario; il nostro ufficio provvede a prendere l’appuntamento); solo nel caso sia necessario portare in successione conti di tipo finanziario (liquido su conti, titoli, ecc)

Tuttavia è opportuno raccogliere anche l’altra  documentazione nel caso ci fossero contestazioni con gli eredi e/o con l’agenzia delle entrate.

Oltre al patrimonio finanziario conservato presso gli istituti finanziari; vanno indicati altri beni:

https://www.bbspratiche.it/wp-content/uploads/Dichiarazione-eredi-con-testamento-rtf-1.rtf

  • Immobili (in tal caso possiamo provvedere noi ad effettuare una ricerca)
  • Opere artistiche di valore soprattutto se registrate in tal caso va allegata una perizia di uno specialista per stabilirne il valore)
  • Quote di società non quotate (da verificare se indicare il valore nominale o quello reale)
  • Eventuali debiti se noti
  • Testamento se presente
  • Autovetture di pregio (esempio auto storiche)- allegata una
  • Nel caso di terreni, sebbene non è un documento richiesto formalmente, potrebbe essere utile procurarsi il certificato di destinazione urbanistica, questo perchè ad un possibile controllo l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiederlo
SI PUO’ RINUNCIARE ALL’ EREDITÀ

Assolutamente sì, entro 10 anni dall’apertura della successione; in tal caso va presentata un’istanza al tribunale. Non è possibile fare la rinuncia se ci sono stati comportamenti che dimostrano nei fatti che si è agito come se si fosse proprietari; tuttavia il pagamento della tassa di successione o il pagamento delle tasse e delle utenze ad esempio non rientrano tra gli atti che dimostrano di aver accettato l’eredità. Chiaramente la vendita o la locazione invece dimostrano chiaramente che il soggetto si è comportato come se fosse il proprietario.

COME EREDE DEVO PAGARE ANCHE I DEBITI DEL DE CUJUS

Si l’erede ha diritti e doveri rispetto al patrimonio, a differenza del legato; di conseguenza se ci sono debiti questi vanno onorati. Quindi se si è certi che l’attivo dell’asset ereditario sia inferiore del passivo si può fare atto di rinuncia se invece si è nell’incertezza si può accettare l’eredità con il beneficio dell’inventario.

DOVE VA PRESENTATA LA SUCCESSIONE

Va presentata presso l’agenzia delle entrate dell’ultima residenza del De Cujus; nel caso fosse residente all’estero la dichiarazione va presentata all’Agenzia delle Entrate Nr 6 Roma Eur-Torrino

SE CI FOSSERO DELLE IPOTECHE SUI BENI IMMOBILI È POSSIBILI SAPERLO E COSA SUCCEDE?

Certamente è possibile conoscere l’esistenza o meno di ipoteche, chi ne è il beneficiario e di quale valore; tale servizio è disponibile presso il nostro ufficio. Per quanto attiene il trasferimento della proprietà dal De Cujus ai nuovi eredi, non cambia nulla; la successione fa il suo corso e l’ipoteca rimane iscritta fino a quando non si estingue; l’ipoteca segue l’immobile e non il titolare. Ovviamente nel caso tale ipoteca sia un debito reale questo importo può essere indicato come debito per abbattere il valore patrimoniale

VORREI AFFITTARE l’IMMOBILE RICEVUTO IN EREDITÀ, DEVO FARE PRIMA LA SUCCESSIONE

È opportuno farla ma non è un vincolo. Analizziamo le cose da due prospettive

  • lo Stato

Lo Stato è interessato a due cose: l’incasso delle tasse e  che ci sia qualcuno che si occupi del bene, che ne sia responsabile; in sostanza quindi nessuno vieta al “potenziale” proprietario di affittarsi la casa anche se non è formalmente sua in quanto l’Agenzia delle Entrate non fa alcun controllo quando si registra un contratto di locazione; l’importante è che siano corretti i dati catastali degli immobili e dati fiscali dei contraenti.

I contraenti (locatore e conduttore)

Qui le cose sono diverse perchè i due contraenti dovrebbero avere l’interesse a regolare tale posizione in quanto nel caso del proprietario lui non potrà più né rinunciare all’eredità ( e quindi pagarsi eventuali debiti lasciati) o fare ricorso al beneficio di inventario; dall’altra sarebbe opportuno che il conduttore sia certo che il contraente sia il titolato ad incassare l’affitto per evitare spiacevoli situazione nelle quali siano anche altri a richiedere il corrispettivo del canone. Un altro aspetto può essere legato al fatto che qualora insorgano dei problemi nell’incassare l’affitto e il locatore volesse adire per le vie legali, avrebbe seri problemi senza aver fatto la successione

I CREDITORI POSSONO ATTACCARE L’EREDITÀ

Certamente si; o meglio possono rivolgersi agli eredi (e non ai legatari) per richiedere la restituzione del debito sia che sia contratto dall’erede sia che si stato contratto dal de Cujus.

LE AUTO VANNO DICHIARATE IN  SUCCESSIONE?

Non è indispensabile indicarle; si va in un ufficio ACI con il certificato di proprietà ed il libretto e relativa accettazione dell’eredità sotto forma di atto notorio autenticato; nel caso di automezzi importanti e/o d’epoca è consigliabile fare il tutto da un notaio.

COSA SUCCEDE NEL CASO DI POSSESSO DI QUOTE DI UNA SOCIETÀ

Qui le cose si complicano perché un conto è il diritto degli eredi a ricevere la propria parte, un altro conto è invece entrare nell’impresa sostituendo il proprietario deceduto. Innanzitutto va fatta una distinzione tra ditte individuali ed il possesso di quote di una impresa. Nel primo caso la ditta individuale “muore” insieme al proprietario non essendo due soggetti diversi (sono in sostanza due membri dello stesso corpo…non divisibili); in questo caso tuttavia gli eredi possono decidere se continuare l’attività ed in tal caso si forma una sorta di comunione in attesa che sia formalizzata la società fra eredi  o che uno degli eredi ne assuma il controllo; tuttavia sul piano formale l’impresa del De cujus muore e nasce la nuova impresa la quale si vedrà assegnata crediti e debiti dell’impresa uscente; contratti, clienti, asset; ecc.

Nel caso invece il De Cujus era un socio di una società le cose sono molto più semplici; impresa e proprietà sono soggetti “diversi” e di conseguenza la società potrebbe continuare ad operare senza particolari problemi; tuttavia in questo caso bisogna verificare quali sono le regole statutarie che potrebbero vietare l’ingresso di soci diversi da fondatori o l’ingresso di nuovi soci. Ad esempio anche se eredi, potrebbero essere soggetti ad approvazione degli altri (consenso evidentemente non certo); in tal caso gli altri soci hanno l’obbligo di liquidare gli eredi.

Ulteriore riflessione va fatta invece sulla reale fattibilità di proseguire l’attività; infatti a prescindere dalla società possono sussistere dei vincoli che non consentono un passaggio diretto; ad esempio ci sono attività che prevedono che il titolare abbia specifici requisiti (titolo di studio, particolari certificazioni, ecc) che potrebbero non essere posseduti dall’erede; oppure l’erede ha commesso dei reati che non sono conformi ai requisiti previsti imposti per quella tipologia di attività; altri vincoli sono di carattere commerciale. Infatti se è vero che l’erede non ha difficoltà ad esercitare il suo diritto, ben diversa è invece la possibilità di poter continuare a godere della fiducia da parte dei clienti e fornitori; li le cose possono essere molto più complicate di quello che si pensa.

Questo problema è valido sia che parliamo di ditte individuali che di società; ma di certo è decisamente più rilevante il problema per le imprese individuali.

Pertanto in questi casi è sempre meglio rivolgersi a specialisti qualificati per evitare di fare errori di cui poi ci si potrebbe pentire amaramente.

Attenzione un conto è trovare un professionista qualificato che vi supporti sugli aspetti giuridici-amministrativi, un altro conto è colui che vi supporta anche sul piano delle valutazioni più operative, ad esempio sugli aspetti commerciali, marketing, organizzativi, tecnologici e BBSPRATICHE è probabilmente un partner giusto.

LA SUCCESSIONE O IL TESTAMENTO POSSONO ESSERE IMPUGNATI ?

Assolutamente si, bisogna rivolgersi ad un tribunale tramite un avvocato.

Quando si può omettere la dichiarazione di successione

Nel caso in cui il patrimonio non superi i € 100.000 se gli eredi sono il coniuge e i discendenti diretti (genitori e figli); tuttavia nel caso di immobili la successione va sempre presentata.

Quali altri adempimenti opzionali sono correlati alla successione

Il Diritto successorio è una materia molto complessa e sul quale sono stati scritti km di testi; impossibile prevedere tutto; tuttavia qui di seguito forniamo una lista delle “pratiche” complementari più frequenti che è possibile richiedere la nostro ufficio e che vanno presentate presso il tribunale di competenza

Accettazione eredità

Accettazione o rinuncia alla carica di esecutore testamentario

Accettazione dell’eredità con beneficio di inventario con minori e maggiori accettanti

Accettazione dell’eredita con beneficio d’inventario senza minori

Accettazione dell’eredita con beneficio d’inventario con minori

Rinuncia all’eredità solo con minori

Rinuncia all’eredità solo con minori e maggiorenni

Rinuncia all’eredità con solo maggiorenni

In un procedimento testamentario il tribunale di residenza è quello dell’ultimo domicilio del De Cujus; se invece questo dovesse essere all’estero o se dovesse essere sconosciuto la sede di competenza è quella ove sono collocati la maggior parte dei beni o quella di uno dei convenuti

Qual’è il tribunale di competenza

In un procedimento testamentario il tribunale di residenza è quello dell’ultimo domicilio del De Cujus; se invece questo dovesse essere all’estero o se dovesse essere sconosciuto la sede di competenza è quella ove sono collocati la maggior parte dei beni o quella di uno dei convenuti

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